celle solari

Celle solari, uno studio ne migliora le prestazioni

La scelta del fotovoltaico è un vantaggio sotto molti punti di vista: energia pulita e rinnovabile, efficienza energetica, risparmio considerevole sulla bolletta energetica. Negli ultimi anni, la cultura del rinnovabile ha permesso una rapida ascesa di queste nuove tecnologie per pubblici e privati, e la produzione dei pannelli solari è diventata abbastanza economica. Unico scoglio per l’applicazione di questo sistema energetico è rappresentato dai costi di installazione, attualmente ancora proibitivi per qualcuno.
Per ovviare a questo inconveniente, si è allora pensato di realizzare pannelli più efficienti, in modo da poter rientrare più velocemente dal costo dell’installazione e rendere quindi l’investimento meno duro da affrontare.
Fino ad ora, le celle solari, pur avendo un tetto di efficienza massima teorica del 29%, hanno mostrato un’efficienza non molto superiore al 20%: percentuale notevole, ma che è comunque possibile migliorare, a tutto vantaggio degli acquirenti.
I ricercatori della società giapponese Kaneka Corporation hanno voluto, perciò dimostrare la possibilità di spingersi più vicini al limite teorico, riuscendo a costruire una cella solare con un tasso di conversione da energia solare a energia elettrica del 26,3%, arrivato fino a 26,6% dopo l’invio dell’articolo a Nature Energy. Il precedente record era del 25,6%.
La cella costruita dai ricercatori è di 180,4 centimetri quadrati, con eterogiunzioni di qualità elevata e con una stratificazione del silicio nella cella per ridurre al minimo le bande proibite, dove non possono esistere stati elettronici. Hanno inoltre fatto uso di elettroidi a bassa resistenza sul retro della cella, per per evitare schermature sulla superficie sensibile della cella e aumentare così la quantità di fotoni raccolti. Infine, la parte frontale della cella è stata ricoperta da uno strato di silicio amorfo e una speciale pellicola anti-riflettente, con il duplice scopo di proteggere i componenti ed aumentare l’efficienza di raccolta.
Nel corso dell’operazione, sono state anche analizzate le cause che impediscono ai pannelli di raggiungere il tetto teorico del 29%, in modo da avere una panoramica più chiara di come superare i limiti attuali. E’ stata riscontrata una riduzione dell’efficienza complessiva dello 0,5% dovuta a fenomeni di resistenza, dell’1% per fenomeni ottici e del 2% per ricombinazioni di elettroni e lacune.
Il lavoro da fare è ancora molto, ma appare già possibile un sostanziale miglioramento delle prestazioni del fotovoltaico.
L’attività dei ricercatori è stata finanziata dalla New Energy and Industrial Technology Development Organization giapponese: le due realtà continueranno a collaborare nei prossimi anni allo scopo di portare il costo delle celle solari a 0,06 dollari per kWh entro il 2030.

Detrazioni Fiscali 50% Fotovoltaico

Puntare sulle energie rinnovabili conviene!
La legge di stabilità 2017 ha infatti prorogato la validità delle detrazioni fiscali per chi effettua interventi di ristrutturazione edilizia e per chi sceglie di installare un impianto fotovoltaico sul proprio immobile entro il 31 dicembre di quest’anno. Chiaramente, per usufruire delle detrazioni, l’impianto fotovoltaico deve essere destinato esclusivamente al fabbisogno energetico domestico.
Grazie alle detrazioni fiscali, è possibile ottenere delle sostanziali sottrazioni all’importo totale imponibile che viene dichiarato, sul quale poi verranno applicate le aliquote (ovvero le percentuali delle imposte applicabili).
La detrazione relativa alle spese sostenute per l’installazione dell’impianto fotovoltaico va ripartita in dieci quote annuali di uguale importo: in questo modo, il possessore di un impianto fotovoltaico potrà eseguire ogni anno, per dieci anni, una detrazione di importo pari ad un decimo della detrazione complessiva consentita, cioè pari al 50% delle spese sostenute per l’intervento.
Possono usufruire delle detrazioni 2017 i proprietari degli immobili oggetto di intervento ed i titolari di diritti reali o personali di godimento sugli stessi immobili: quindi i proprietari, i nudi proprietari, i titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie), i locatari ed i comodatari.
Di seguito, tutte le spese che rientrano nell’agevolazione:
– L’impianto fotovoltaico (pannelli, inverter, batterie d’accumulo ecc.);
– Costo della manodopera, poiché l’installazione richiede necessariamente l’intervento di tecnici specializzati;
– Ricorso ad un ingegnere o architetto per le necessarie autorizzazioni, qualora lo impongano le circostanze;
La spesa complessiva è data da questi tre punti, sulla cui somma sarà calcolata l’agevolazione prevista dalla manovra.
Una novità della normativa è che l’agevolazione della detrazione del 50% è applicabile anche all’acquisto e installazione di sistemi di accumulo da integrare agli impianti fotovoltaici esistenti.
La detrazione è prevista nella misura del 50% delle spese effettuate fino al 31 dicembre 2017, per una spesa dell’importo massimo di 96.000 € ed è relativa agli interventi realizzati sull’edilizia residenziale presente sul territorio dello Stato. Per accedervi, bisogna indicare in sede di dichiarazione dei redditi, indicare i dati catastali dell’immobile presso il quale si decide di installare l’impianto e, ovviamente, conservare tutta la documentazione relativa alle spese sostenute.
Da questo punto di vista, e non solo, la scelta del fotovoltaico si presenta ancora come vincente.
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Rinnovabili per edifici pubblici, le riforme previste per il 2018

L’obiettivo di copertura del 20% dei consumi da rinnovabili previsto pr il 2020 si sta ormai avvicinando. Questo traguardo ha fatto nascere un interesse crescente per le fonti di energia rinnovabile, determinando un sostegno costante da parte degli incentivi statali e degli obblighi legislativi, sempre più restrittivi nel corso degli anni.
Nonostante non sia certo la prima volta che in Italia si parli di rinnovabili, si è fatta davvero molta strada dagli anni ’90, quando si prescriveva che per gli edifici pubblici venisse valutata la fattibilità tecnica ed economica di utilizzo delle fonti rinnovabili nei soli edifici pubblici.
Un nuovo passo avanti si avrà a partire da gennaio 2018, quando l’obbligo sancito dal d.lgs. 28/2011, di una copertura del 35% dei consumi di energia primaria per usi termici da fonti rinnovabili, diverrà pari al 50%.
Dopo il d.lgs. 192/2005 del 2000, in cui l’obbligatorietà è estesa a tutti gli edifici, non è più ammessa deroga nel caso di non fattibilità economica e viene fissato un obiettivo quantitativo: la copertura del 50% dei consumi di energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria.
Con il d.lgs. 28/2011 l’obbligatorietà di copertura viene estesa a tutti gli usi termici e anche alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In caso di mancata fattibilità tecnica è necessario ridurre il consumo di energia primaria dell’edificio oltre i limiti di legge fissati dai decreti 26 giugno 2015.
Contemporaneamente, anche la normativa tecnica di calcolo è progredita, con la pubblicazione delle norme UNI/TS 11300-4 (che tratta i metodi di calcolo delle tecnologie che utilizzano le fonti pulite) e UNI/TS 11300-5 (che chiarisce i concetti di fonti rinnovabili e non).
Regole sempre più restrittive ed esigenti, ma allo scopo di ottenere una efficienza ed un risparmio energetico sempre più grande.
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